Tutto è nato quando rientro in Italia dall’Inghilterra nel 2016. Invitato a casa di uno chef per preparare drink durante un pranzo stile “home restaurant”, conosco l’archeologa Valentina Pagano, socia di un’associazione di trekking e turismo responsabile e dopo pochi giorni da lei mi viene presentata una poetessa esperta di botanica locale, Ada Cancelli.
La sua conoscenza risveglia in me una passione latente, che avevo trascurato fino ad allora e che da quel momento accompagna la mia vita personale e professionale. Inizio così ad approfondire il mondo delle erbe spontanee salentine, in particolare delle piante aromatiche, studiando il modo in cui potevo combinare questo con il mio mondo del bartending e dei cocktail – tra l’altro, pensandoci, in un bar tutto ha a che fare con il mondo vegetale.
Pensando al mio territorio e alle sue eccellenze “allo stato liquido”, scartato per ovvi motivi il nostro ottimo olio d’oliva, parto dal vino e la sua unione con le erbe mi da subito come risultato lui: il VERMOUTH.
Ad aprile 2017 ricevo una chiamata da Andrea Guido, allora presidente del Parco Regionale Bosco e Paludi del Rauccio (Lecce), per gestire il beverage e la preparazione di cocktail in occasione dell’inaugurazione del suo comitato elettorale. In questo evento, tutto incentrato sulla sostenibilità e sull’attenzione per l’ambiente, il mio ruolo sarebbe stato quello di valorizzare le erbe spontanee del Parco e combinarle con il vino locale.
Preparo così un vermouth “artigianale”, che ho poi miscelato con gassosa, ispirandomi alla vecchia tradizione delle case salentine di miscelare vino e gassosa, per rendere il vino stesso meno alcolico e più gradevole.
Alla vista del mio vermouth, le reazioni del pubblico sono state subito di meraviglia e curiosità, tanto da innescare una catena di storielle e aneddoti riguardanti gli usi del vermouth nelle proprie famiglie e case.
Il successo di questo evento alimenta sempre più il mio entusiasmo verso lo studio delle erbe salentine e la mia voglia di approfondire questo mondo immenso, per preparare poi ingredienti liquidi homemade. Ovviamente non potevano mancare gli studi e le ricerche storiche sul vermouth in Salento e, con non poca meraviglia, scopro che il vermouth veniva prodotto in questo lembo di Puglia, per esempio dalle Distillerie De Giorgi di San Cesario, ma anche da personaggi eclettici quali Salvatore Napoli Leone di Nardò.
Il mio obiettivo ora è capire come si produceva il vermouth a livello professionale e, tramite ricerche online, trovo un corso specifico sul vermouth, tenuto da Fulvio Piccinino, massimo esperto di vermouth a livello internazionale. Decido di andare ad Asti per frequentare questo corso e mi ritrovo, alla fine, a chiacchierare con Fulvio di scartoffie e vecchie corrispondenze tra produttori di vermouth tra Puglia e Piemonte.
Tra l’altro, dagli studi fatti da Fulvio Piccinino, studi che poi ha condiviso con grande disponibilità, viene fuori che la Puglia ha avuto sempre un legame molto forte con il Piemonte e con la produzione di vermouth.
Facciamo un passo indietro: il vermouth è un vino bianco aromatizzato con estratti naturali di erbe, poi addolcito e fortificato per aumentarne la gradazione alcolica oltre i 16° e quindi evitarne la rifermentazione.
Il vino bianco piemontese aveva una gradazione alcolica bassa e quindi occorreva più alcool (più costi) per ottenere la giusta gradazione; fu preferito così il vino bianco di regioni del sud d’Italia (in cima tra queste la Puglia) che, con una gradazione alcolica già alta, avrebbe avuto bisogno di meno alcol per la fortificazione.
Dove mi porta tutto questo? Ero pronto, c’erano abbastanza elementi per dare un senso al ritorno del Vermouth in Salento.
In più, da ricerche in giro per la Puglia intera, era venuto fuori che, in passato, il rituale di benvenuto degli ospiti a casa era segnato proprio da quel “dito di Vermouth”, servito nei bicchierini buoni della credenza.
Con l’aiuto di esperti in Piemonte, dò vita così alla mia ricetta di vermouth, che viene personalizzata con una “firma”, che rende unico quel prodotto.
La mia firma? Ovviamente erbe aromatiche simbolo del mio Salento e della Puglia intera: ulivo, elicriso e santoreggia.
Così nasce il mio Vermouth Mita!
Da cosa nasce il nome? Mita – gazza ladra in salentino – è il soprannome della mia famiglia dalla generazione del mio bisnonno Giuseppe Calò (1866-1933). Lui era un proprietario terriero e girava per le sue campagne con il calesse; un giorno pare che una gazza ladra si posò sulla sua spalla e non volò via per un bel po e da allora, per i suoi paesani, lui era lu “Peppu Mita”.
Dato che amava profondamente la campagna e dato che lui comprò all’asta la casa in cui vivo attualmente (sede del Bar Mita – private speakeasy), come non rendergli omaggio dando questo nome al mio vermouth?!
Questo è quello che recita il retro etichetta…il resto è tutto un programma!
“In ogni casa, in passato, accogliere gli ospiti con un po di Vermouth era gesto di attenzione e sentito benvenuto. Nei bicchierini buoni della credenza si versava un dito di vermouth e così, con gentilezza e semplicità, si ripeteva il rituale del buon padrone di casa. Questo Vermouth è per te, che sei ospitale e premuroso a casa tua e nel tuo locale, che vuoi stupire i tuoi ospiti, riportando alla luce un vecchio rituale. Vermouth Mita è frutto di passione e ricerche storiche in Salento, ha profumo e gusto intenso, combina oltre 50 botaniche, tra cui affiora Elicriso, Santoreggia e Ulivo, che ho scelto come espressione della mia terra.
CARATTERISTICHE
Vermouth Mita è prodotto con vino bianco Verdeca salentina e con una miscela di oltre 60 estratti di spezie ed erbe, tra i quali affiora Elicriso, Santoreggia ed Ulivo, che ho scelto come espressione della mia terra, il Salento.
Il colore é rosso “ambrato”, per richiamare i primi vermouth rossi che venivano prodotti con un contenuto molto basso di caramello, usato per dare la tipica colorazione.
IL GUSTO
Al primo sorso avverti un susseguirsi di profumi che richiamano fiori, spezie ed agrumi. Nel finale sentirai una leggera e piacevole nota amara che è stata appositamente studiata per rendere questo vermouth ideale da bere solo, sia come aperitivo che come digestivo, ma ideale anche in cocktail come il negroni o l’americano.
La persistenza e complessità aromatica ti rimarrà in bocca per diversi minuti, provare per credere.
TEMPERATURA CONSIGLIATA?
Mettilo in frigo e bevilo freddo, ti consentirà di gustarlo al meglio!
CONSERVAZIONE
Il vermouth non ha una scadenza, é preferibile conservarlo in luogo asciutto e fresco al riparo dai raggi solari e lontano da fonti di calore.
Una volta aperto é consigliato conservarlo in frigo e consumarlo entro qualche settimana.
NON METTERLO IN FREEZER: CONGELA e potrebbe perdere gran parte della sua aromaticitá!
“Gusta il Vermouth Mita da solo o miscelato, Da ora sai cosa fare per le occasioni importanti, in un bicchierino versa un dito di Vermouth Salentino.”
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Hai un locale, bar, ristorante e sei interessato ad inserire Vermouth Mita tra le tue bottiglie? Scrivici e ti metteremo in contatto con FoodBeverage di Taviano, il nostro distributore in Salento.
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