Dicono di noi

Dicono di noi

“Io, da cameriere ad alchimista dei liquori”: la storia di Elia Calò che produce Vermouth in Salento

Ci sono, in alcune culture nordiche, figure prodigiose che si aggirano nei boschi e raccolgono erbe da usare per pozioni ritenute magiche. Era risaputo che quegli intrugli potessero essere usati come corroboranti e per aiutare a risollevarsi da particolari stati di astenia fisica e condizioni avvilenti della coscienza. Oggi, quelle sostanze medicamentose si chiamano liquori e non appartengono più né alla stregoneria né tantomeno alla farmacia, bensì alla cultura del buon bere. Elia Calò è un consulente bar che ha dato vita a Bar Mita, uno speakeasy privato alle porte di Lequile, in provincia di Lecce. Lui è quello che chiamo ‘alchimista spagirico’, cioè colui che è dentro la materia vegetale ed è capace di separarla per poi unirla al fine di creare qualcosa di unico e irripetibile. È un artigiano di liquori. E’ un indie degli spiriti. Soprattutto è un autodidatta che fino a 4 anni fa a malapena distingueva la menta dal basilico. “Avevo lasciato un lavoro da cameriere sottopagato in Italia e sono andato in Inghilterra prima e in Austria dopo per cercarmi un impiego dignitoso. Poco tempo dopo mi sono ritrovato a gestire con mio fratello un bar d’albergo in un bosco. Lì c’era molto intorno, così ho cominciato a guardare attentamente e ad osservare tutto con molta dedizione. Poi, solo dopo alcuni anni, sono rientrato in Salento”. Lì improvvisamente un incontro, un’illuminazione e una iniziazione da parte di Ada Cancelli, esperta di botanica che gli insegna tutto ciò che sa. Elia scopre che c’è tanta vita nei nostri campi lì, proprio sotto il nostro naso. Così nasce ‘Il Giardino sotto il naso’, un progetto su Youtube per condividere con non esperti l’esperienza di ricchezza a cui possiamo facilmente accedere per tutelare e salvaguardare la nostra terra. Oggi il giardino è anche un laboratorio che produce spiriti, come l’amaro di Santoreggia. “L’ho prodotto per errore, la santoreggia cresce ovunque qui, così ho pensato di metterla in infusione e poi l’ho dimenticata sullo scaffale. Adesso è uno dei miei prodotti di punta”. Tra questi c’è poi un ottimo Vermouth pugliese che è un elisir equilibrato fatto di estratti di erbe e fine caramello. È un processo delicatissimo che ha dentro il sole. Così Elia ha riportato il Vermouth in Salento.

Leggi l’articolo sul sito de “La Repubblica”

Cliccando qui troverai la puntata di Linea Verde Life andata in onda sabato 28 marzo 2020 su Raiuno alle 11:50. Il nostro è il primissimo intervento ad inizio puntata: una passeggiata tra le meraviglie del Parco di Torcito a Cannole (Lecce), alla scoperta delle piante spontanee “da bere” con il conduttore Marcello Masi.

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LONDRA E BANGKOK ADDIO: MEGLIO LE ERBE SALENTINE – ELIA CALO’ E QUELL’IDEA DEI LIQUORI “LOCALI”.
Nulla da fare, prima o poi si torna sempre alle radici…a volte letteralmente. Elia Calò, per esempio, salentino nato in Molise, ha agito esattamente come i famosi amori di Antonello Venditti: ha fatto dei giri immensi e poi è ritornato al porto sicuro della tradizione familiare, all’abbraccio caldo e mai deludente della terra. E oggi, dopo Chiavari e Londra, Jesolo e Bangkok, ha trovato rigetto, come diciamo con grande efficacia noi salentini, in questo luogo che è appunto la sua casa: il Salento. Felice e – rima – assai contento. E pronto a lanciare il suo business verso il mondo: con l’aiuto, appunto, delle sue creature verdi. Ecco la storia. Padre carabiniere di Lequile, mamma molisana, Elia nasce nel 1983 in un paese vicino Campobasso, ma già a 6 mesi torna a vivere nella terra paterna, pur continuando a passare le estati in Molise, dove la nonna materna, che vive beata lei tra i boschi, ha un pò la fama da macàra. Anche la madre di suo padre è una contadina che ci sa fare con le erbe: abita nelle campagne di Lequile, e quando rimane vedova suo figlio decide di rientrare appunto in paese, lasciando l’arma e dedicandosi al lavoro di muratura e a coltivare la terra, producendo frutta, verdura, legumi, olio e vino. Un’infanzia immerso nella natura, insomma, per Elia, che all’età giusta, pur ritenuto dalle insegnanti delle medie portato per il liceo, decide di iscriversi all’alberghiero di Santa Cesarea, dove studia anche suo fratello più grande. “Quella scuola mi ispirava molto – racconta – infatti affrontavo con gioia quei 100km quotidiani. E la sera lavoravo pure nella pizzeria di Lequile in cui prestava la sua opera come cameriere mio fratello. Avevo 14 anni”. Al terzo anno di alberghiero arriva un posto di lavoro estivo in un hotel 4 stelle di Santa Cesarea Terme, su input di un professore. Impegno che dura molto poco, ma sufficiente a garantire al ragazzo un gruzzoletto di 500.000 lire, utile per le spese di viaggio e alloggio quando viene chiamato da un amico: “Vieni a fare l’estate a Genova”. Ha solo 16 anni, Elia, ma racconta alla madre di avere già un lavoro in Liguria e parte. Alla fine di 1000 giri – in bici – suo mezzo locomotivo d’elezione – trova impiego sempre come cameriere, in un rinomato ristorante di Chiavari, “200 coperti al giorno e un proprietario, ex pugile, che ricordava a memoria tutte le comande, obbligandoci a fare altrettanto. Facevo 16 km al giorno in bici”. Alla fine della prima settimana di lavoro il proprietario chiama Elia e gli consegna 50.000 lire: “Ecco la tua paga”. Il ragazzo rimane male, ma non lo da a vedere. L’ex pugile allora sbotta: “Ma sei proprio un terrone: non devi accettare tutto quello che viene”, e gli consegna la vera paga: 700.000 lire a settimana, più le mance. Elia fa in quel locale 2 stagioni estive, alternandosi d’inverno con la pizzeria di Lequile, poi, nell’estate del 2000 passa a Madonna di Campiglio, presso un 4 stelle, alternando lavoro e gite nei boschi in mountain bike alla ricerca di mirtilli e lamponi. E d’inverno è ancora a scuola a Santa Cesarea. Nel 2002, all’arrivo del diploma, la svolta: la scuola, grazie ad una convenzione con la Thames Valley University di Londra manda Elia e un suo compagno a Londra, dove i 2 ragazzi potranno lavorare ed insieme imparare l’inglese e la pasticceria. Elia trova posto da “Quaglino’s”, ameno ristorante gourmet in Green Park, dove però fa solo il runner, colui che porta i vassoi con i piatti in tavola e basta. Così, dopo 3 mesi, lascia l’incarico e si trasferisce come cameriere/chef de rang in un hotel storico tutto cristalli e argenteria, “The Goring”, in zona Victoria Station, che spesso ospita a pranzo anche la Regina Elisabetta. Ma Londra, dopo il 2001 e l’attacco alle Twin Towers, non è più la stessa. Elia non ottiene la promozione sperata, e, complice l’insistenza di suo fratello Danilo, che è direttore di un bar in Austria per la catena Blu Hotels, lascia Londra e se ne va ad Arnbach, frazione di Sillian, nel Tirolo. “Non conoscevo una sola parola di tedesco, e gli inizi furono difficili. Volevo mollare tutto e andarmene, ma poi decisi di tirare fuori gli attributi”. E di perfezionare nel frattempo tanto la sua professionalità di mixologist quanto la sua passione per bici ed erbe: radici, gemme e funghi raccolti a iosa nei boschi austriaci per farne deliziosi liquori naturali. Finita l’esperienza austriaca si passa a Jesolo, poi Bassano del Grappa e a Venezia, dove il giovane bartender salentino si occupa anche di cucina e di vino, diventando per altro sommelier con AIS. Poi, dopo una breve parentesi calabrese per l’apertura di un bar a Tropea, scatta l’ora della Thailandia. Elia, su invito di un amico di Lecce, lavora prima come manager del bar del ristorante “Koi”, inserito nel circuito di Fashion Tv, poi come rappresentante di un importatore e distributore di vino italiano a Bangkok. Quando scoppia la crisi politica siamese del 2008, però, e per pochi metri scampa ad un attentato, è l’ora delle domande: “Perchè devo rischiare la vita?”. Rientro in Italia, impegno con un compagno di scuola in un’azienda che si occupa di fingerfood. “Pensavo di fare qualcosa di buono per la mia terra” invece qualcosa non funziona. Riprendono le attività e le stagioni di sala, stavolta in un 5 stelle al Passo del Tonale, in un bar che ben presto triplica i suoi introiti. Poi, siccome Elia ricorda un po nello stile Gino d’Acampo, chef-showman italiano famosissimo nel Regno Unito, comincia ad accarezzare l’idea di un bar teatrale, e sceglie di tornare a Londra. Il primo giorno di permanenza, scendendo dal bus alla fermata di Liverpool Street Station, decide di presentarsi al primo ristorante che incontra. E’ il “London Steakhouse” di Marco Pierre White, altra celebrità tv inglese: più giovane 3 stelle Michelin del Regno Unito, mentore di chef come Gordon Ramsay e dintorni. Dieci mesi di grande impegno e soddisfazioni, ma il richiamo della foresta incombe. Arriva una telefonata dal Salento ed Elia torna nella sua terra, come maggiordomo di un relais di lusso aperto sulla Sannicola-Alezio. L’esperienza però finisce presto. Che fare? Tornare a Londra o affrontare le difficoltà di una terra cara, ma notoriamente avara di chances? Il destino bussa alla porta di Elia sotto forma di una telefonata di un giornalista, Pierpaolo Sammartino: “Ho dei colleghi ospiti, vieni a farci dei cocktail?”. Aperitivi con il mandarino, gintonic alle erbe colpiscono un’archeologa che si occupa anche di trekking, Valentina Pagano, che presenta ad Elia la botanica Ada Cancelli. Insieme cominciano un percorso di approfondimento sulle erbe del territorio, e il bartender salentino comincia ad inventare vermouth tutti suoi, facendo un corso ad Asti con l’esperto Fulvio Piccinino e con Giovanni Ceccarelli della DrinkFactory, chimico passato al bar. Nel frattempo continua a sperimentare con infusi ed erbe: la santoreggia, per esempio, tipica della macchia mediterranea. Così nasce “Il giardino sotto il naso”, pagina facebook, instagram e youtube, che racconta come utilizzare le erbe comuni per fare infusi, tisane, liquori e molto altro. Elia ha requisito la vecchia casa di campagna della nonna paterna e, su un vecchio soppalco dove si stipava la paglia e riadattato alle nuove esigenze – stufo di dover chiedere ospitalità a locali e bar vari per realizzare i suoi tutorial destinati al web – ha realizzato il “Bar Mita”, per ora destinato esclusivamente alle sue alchimie private e alla gioia di qualche amico (“sembra infatti uno speakeasy dell’epoca del Proibizionismo”): “Mita” perchè questo era il soprannome del mio bisnonno Peppe, un giorno “scelto” da una gazza – raccontano le storie del paese – che gli si posò su una spalla per un giorno intero. E “Mita”, infatti, è anche il soprannome della mia famiglia: “se dici Elia Calò, a Lequile, non mi conosce nessuno, se dici Elia Mita allora si”. Ha inventato con la sua ragazza Betty Locane, la sua prima creatura alla “Satureja Cuneifolia”, santoreggia salentina, presto in produzione seriale, “e mi sa che è il primo liquore di questo tipo al mondo. A Londra non avrei potuto fare tutto questo: dove la trovi questa meravigliosa macchia mediterranea?”.

Il quotidiano di Lecce – 30/12/2018 – Rubrica “Ritorno a casa” di Leda Cesari

Bambini e natura raccontano il territorio: da Cannole a Otranto, un press tour svela le vere ricchezze

Un press tour finanziato dalla Regione Puglia svela Cannole e i suoi paesaggi mentre i bambini raccontano, attraverso i giochi accessibili, le tradizioni più autentiche.

Conoscere il territorio, svelare angoli nascosti di paesaggi, ripercorrere le orme della storia impresse nella terra. Ma anche ascoltare i luoghi, i silenzi e le assenze per tradurre, con immagini e parole, le tracce e l’essenza di ciò che spazio e tempo possono contemplare.
È così che, grazie al bando ospitalità della Regione Puglia, giornalisti, blogger e opinion leader hanno potuto scoprire un borgo dell’entroterra idruntino: Cannole. “San Martino sulle tracce dei Templari. La Storia abbraccia lo sport accessibile”, questo il titolo del press tour che ha guidato gli esperti in comunicazione oltreché in marketing territoriale e in paesaggistica, attraverso le importanti testimonianze artistiche, architettoniche e naturalistiche di Cannole e del suo territorio.
I giornalisti, arrivati dalla vicina Basilicata, da Milano, Bologna, da Lugano, dalla Grecia e da Innsbruck, in occasione del San Martino, hanno potuto compiere un viaggio emozionale alla scoperta di tradizioni, di cultura, di storia, di natura. Un viaggio fatto fuori dai circuiti classici proposti nei mesi canonici del turismo balneare che ha raccontato soprattutto attraverso i bambini e la natura ciò che di bello offe questo scorcio di Salento che guarda ad Est.
Templari, Torcito, Via Francigena: quanta ricchezza per Cannole, un paesino di circa 1.700 abitanti noto ai più per la “Festa della Municeddha”. Cannole, un borgo diventato destinazione turistica e meta per migliaia di turisti nel corso degli ultimi vent’anni.
E così, il press tour organizzato a Cannole è stata l’occasione di respirare l’aria autunnale del Salento profumata di pini, ulivi e vigneti. E di mare. Quel mare che accarezza il lembo estremo della Puglia e che il Faro di Punta della Palascìa illumina fiero. Profumi di origano, friselle di grano Senatore Cappelli e un’atmosfera incantata è stata l’accoglienza preparata da Apulia Stories sulle terrazze del Faro di Otranto.

Sostenibilità e accessibilità
Sostenibilità e accessibilità sono i pilastri che consentiranno di edificare nuove politiche di crescita e di consolidamento del comparto turistico, per tentare di vincere la sfida di un futuro più che prossimo.
Non è semplice racchiudere in poche righe le esperienze condivise da giornalisti e opinion leader a Cannole. Diversi, infatti, i momenti che hanno fatto non solo “conoscere” ma anche riflettere.
In questo press tour, la bellezza dei luoghi, la bellezza dei bambini, la condivisione e la creatività hanno sottolineato come territorio e comunità locale, interagendo, possono produrre paradigmi imprescindibili su cui costruire una nuova visione di sviluppo territoriale.

I cocktail con le erbe di Torcito
Un percorso che dalla Via Francigena porta dritto alla scoperta di Torcito, il Parco Naturale che, crediamo, abbia il diritto e le potenzialità per diventare l’Hub ideale per un turismo slow.
Un complesso con 2 masserie fortificate, una maestosa torre colombaia, le tombe dei monaci basiliani, il frantoio ipogeo e una neviera.
Sorpresa tra i giornalisti quando, immersa nel verde, è spuntata sul tragitto una postazione attrezzata, gestita dal bartender del “Giardino Sotto il Naso”, Elia.
Elia Calò e Betty Locane, presenti con il “Bar Mita“, una sorta di bar virtuale, su un proprio Canale Youtube, sono gli ideatori del laboratorio “Erbe da bere – cocktail selvatici in posti insoliti“. Elia ha proposto ai giornalisti un viaggio attraverso le piante spontanee e aromatiche di Torcito, facendo degustare distillati, vermouth e amari prodotti con sapienza e creatività.

I bambini ci insegnano
Un altro momento emozionante si è svolto presso la Scuola Primaria di Cannole nel giorno di San Martino. I ragazzini, guidati da instancabili e bravissime maestre e maestri, hanno atteso festanti l’arrivo degli ospiti del Centro Diurno Nomeni Panta Kalà di Martano che accoglie ragazzi diversamente abili. Insieme hanno dato vita ai “giochi di una volta”, raccontando, attraverso il gioco e l’armonia, un territorio e una comunità che saprà fare dell’accoglienza, dell’accessibilità e della sostenibilità il proprio punto di forza.
Prima dei saluti finali, immancabile è stata la visita al Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà Contadina, gestito dalla locale Pro Loco e custode di importanti reperti che testimoniano il passaggio dei Templari sul territorio di Cannole. Storia, leggende, tradizioni, paesaggi, architetture.
E la magia dei bambini che lascia filtrare su questo press tour una luce speciale. Ci si saluta tutti con un “arrivederci”. Già, perché a queste bellezze non si potrà mai dire addio.

Fonte originale >

Cicorelle cool: l’alchimia del selvatico applicata all’arte del bar

Conoscere il territorio, svelare angoli nascosti di paesaggi, ripercorrere le orme della storia impresse nella terra. Ma anche ascoltare i luoghi, i silenzi e le assenze per tradurre, con immagini e parole, le tracce e l’essenza di ciò che spazio e tempo possono contemplare.

Chiavi di lettura alternative svelano identità celate
È così che, grazie al bando ospitalità della Regione Puglia, giornalisti, blogger e opinion leader hanno potuto scoprire un borgo dell’entroterra idruntino: Cannole. “San Martino sulle tracce dei Templari. La Storia abbraccia lo sport accessibile”, questo il titolo del press tour che ha guidato gli esperti in comunicazione oltreché in marketing territoriale e in paesaggistica, attraverso le importanti testimonianze artistiche, architettoniche e naturalistiche di Cannole e del suo territorio. I giornalisti, arrivati dalla vicina Basilicata, da Milano, Bologna, da Lugano, dalla Grecia e da Innsbruck, in occasione del San Martino, hanno potuto compiere un viaggio emozionale alla scoperta di tradizioni, di cultura, di storia, di natura. Un viaggio fatto fuori dai circuiti classici proposti nei mesi canonici del turismo balneare che ha raccontato soprattutto attraverso i bambini e la natura ciò che di bello offe questo scorcio di Salento che guarda ad Est. Templari, Torcito, Via Francigena: quanta ricchezza per Cannole, un paesino di circa 1.700 abitanti noto ai più per la “Festa della Municeddha”. Cannole, un borgo diventato destinazione turistica e meta per migliaia di turisti nel corso degli ultimi vent’anni. E così, il press tour organizzato a Cannole è stata l’occasione di respirare l’aria autunnale del Salento profumata di pini, ulivi e vigneti. E di mare. Quel mare che accarezza il lembo estremo della Puglia e che il Faro di Punta della Palascìa illumina fiero. Profumi di origano, friselle di grano Senatore Cappelli e un’atmosfera incantata è stata l’accoglienza preparata da Apulia Stories sulle terrazze del Faro di Otranto.

Sostenibilità e accessibilità
Sostenibilità e accessibilità sono i pilastri che consentiranno di edificare nuove politiche di crescita e di consolidamento del comparto turistico, per tentare di vincere la sfida di un futuro più che prossimo. Non è semplice racchiudere in poche righe le esperienze condivise da giornalisti e opinion leader a Cannole. Diversi, infatti, i momenti che hanno fatto non solo “conoscere” ma anche riflettere. In questo press tour, la bellezza dei luoghi, la bellezza dei bambini, la condivisione e la creatività hanno sottolineato come territorio e comunità locale, interagendo, possono produrre paradigmi imprescindibili su cui costruire una nuova visione di sviluppo territoriale.

I cocktail con le erbe di Torcito
Un percorso che dalla Via Francigena porta dritto alla scoperta di Torcito, il Parco Naturale che, crediamo, abbia il diritto e le potenzialità per diventare l’Hub ideale per un turismo slow. Un complesso con 2 masserie fortificate, una maestosa torre colombaia, le tombe dei monaci basiliani, il frantoio ipogeo e una neviera. Sorpresa tra i giornalisti quando, immersa nel verde, è spuntata sul tragitto una postazione attrezzata, gestita dal bartender del “Giardino Sotto il Naso”, Elia. Elia Calò e Betty Locane, presenti con il “Bar Mita“, una sorta di bar virtuale, su un proprio Canale Youtube, sono gli ideatori del laboratorio “Erbe da bere – cocktail selvatici in posti insoliti“. Elia ha proposto ai giornalisti un viaggio attraverso le piante spontanee e aromatiche di Torcito, facendo degustare distillati, vermouth e amari prodotti con sapienza e creatività.

I bambini ci insegnano
Un altro momento emozionante si è svolto presso la Scuola Primaria di Cannole nel giorno di San Martino. I ragazzini, guidati da instancabili e bravissime maestre e maestri, hanno atteso festanti l’arrivo degli ospiti del Centro Diurno Nomeni Panta Kalà di Martano che accoglie ragazzi diversamente abili. Insieme hanno dato vita ai “giochi di una volta”, raccontando, attraverso il gioco e l’armonia, un territorio e una comunità che saprà fare dell’accoglienza, dell’accessibilità e della sostenibilità il proprio punto di forza. Prima dei saluti finali, immancabile è stata la visita al Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà Contadina, gestito dalla locale Pro Loco e custode di importanti reperti che testimoniano il passaggio dei Templari sul territorio di Cannole. Storia, leggende, tradizioni, paesaggi, architetture. E la magia dei bambini che lascia filtrare su questo press tour una luce speciale. Ci si saluta tutti con un “arrivederci”. Già, perché a queste bellezze non si potrà mai dire addio.

QuiSalento – Marzo 2020 – Francesca Casaluci


E’ stato davvero speciale il modo in cui Elia e Betty hanno preparato tutti i tipi di bevande (e snack) con grande dedizione usando erbe locali nella fattoria del (nonno) padre di Elia. Era di straordinaria qualità. La vivace spiegazione che hanno dato e la degustazione ne hanno fatto un’esperienza unica. Che entusiasmo contagioso.

Herma, Eindhoven, Paesi Bassi – Tripadvisor, Settembre 2019

Abbiamo trascorso qui, alle porte di Lecce, una fantastica serata con Elia e Betty intorno a “Erbe selvatiche bevibili”. Come un vero mago, Elia ha mescolato ogni sorta di di chicche, vestita da tutto ciò che è stato visto la prima volta in giardino e storie originali e profumate e belle (sui pastori che sanno tutto sulle piante locali, per esempio). Una raccomandazione alternativa.

Arjan, Eindhoven, Paesi Bassi – Tripadvisor, Settembre 2019